La Filosofia del Karate
La Filosofia del Karate è interamente basata sul rispetto dei compagni e degli avversari.
La lezione inizia e finisce con il saluto al maestro e ai compagni, seguito da un momento di concentrazione e meditazione, in cui uno si separa dai problemi contingenti per ritrovare se stesso: questo momento è chiamato Mokuso ("Concentrazione, Meditazione").
Esso è seguito dalle regole della palestra, il Dojo Kun, composto da 5 principi:
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Hitotsu jinkaku kanseini tsutomuru koto - Cerca di perfezionare il carattere
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Hitotsu makoto no michi o mamoru koto - Percorri la via della sincerità
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Hitotsu doryoku no seishin o yashinau koto - Rafforza instancabilmente lo spirito
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Hitotsu reigi o omonzuru koto - Osserva un comportamento impeccabile
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Hitotsu kekki no yu o imashimuru koto - Astieniti dalla violenza e acquisisci autocontrollo
Solo allora può dedicarsi all'apprendimento delle tecniche o al perfezionamento di ciò che già conosce facendo interagire facoltà mentali e capacità motorie, al fine di giungere al controllo totale dei propri movimenti.
Il karate è sia sport che Budo: lo spirito del combattimento. Il karate ha come fine l'armonia del Sé; è forza e spirito, è armonia del corpo, della mente e del cuore, i tre fattori che anche fisicamente corrispondono ai tre Dantien (tre centri energetici situati a livello del ventre, del petto e della testa).
Il dantien più basso, il ventre, corrisponde allo spirito del combattimento ma anche la mente (il dantien alto) è importante perché nel combattimento si usano anche l'intelligenza e la strategia; e così anche il buon carattere (il dantien medio) è importante.
Dopo aver realizzato l'armonia del Sé, è importante arrivare all'armonia con gli altri. Per questo combattiamo, non per colpire, ma per trovare la nostra armonia insieme agli all'altro. Il terzo livello di armonizzazione è quello con la natura.
Tutto questo è karate-do. Non si può ridurre solo a sport. La cosa più difficile nella pratica o nell'insegnamento del karate è far capire alle giovani generazioni che il karate non è solo questione di essere fisicamente forti e di sopraffare l'altro, ma di costruirsi un corpo sano e uno spirito forte.
I 20 Principi guida di Funakoshi
Funakoshi è uno dei Maestri fondatori, e il più grande studioso dell'arte del Karate, tanto da poterlo considerare come il fondatore. Egli ha scritto per i suoi allievi i 20 principi guida per lo spirito del Karateka, principi che ancora oggi si rispettano.
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Il karate comincia e finisce con il saluto
("saluto" è uguale a "rispetto" in giapponese) -
Il karate non è mezzo di offesa e danno.
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Il karate è dalla parte della giustizia.
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Conosci prima te stesso e poi gli altri.
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Lo spirito viene prima della tecnica.
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Libera la mente e il cuore.
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Le avversità colpiscono di più quando c'è rinuncia.
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Il karate non si vive solo del Dojo.
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Il karate è per tutta la vita.
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Lo spirito del karate deve animare tutte le azioni, lì è la sua ineffabile bellezza.
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Il karate va tenuto vivo con il fuoco dell'anima.
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Il karate non è vincere, ma l'idea di non perdere.
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Lo spirito deve essere diverso a seconda degli avversari.
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Concentrazione e rilassamento devono essere usati nel tempo giusto.
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Mani e piedi come spade.
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Pensare che tutto il mondo può esserti avversario.
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Il karateka mantiene sempre la posizione di guardia.
La posizione naturale è solo per alti livelli. -
Il kata è perfezione di stile: l'applicazione è un'altra.
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Come l'arco, il karateka deve usare contrazione e armonia, espansione rilassamento, velocità e lentezza.
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Lo spirito deve tendere al livello più alto, sii sempre creativo.
Bushido: la via del guerriero
Il termine Bushido è composto da due ideogrammi: Bushi "Guerriero" e Do "la via". Esso è un codice d'onore simile a quello della cavalleria ed era seguito dai Samurai, ovverro la casta guerriera del Giappone.
Il Bushido si fonda su 7 principi fondamentali a cui il Samurai deve attenersi:
義, Gi: Onestà e Giustizia
Sii scrupolosamente onesto nei rapporti con gli altri, credi nella giustizia che proviene non dalle altre persone ma da te stesso. Il vero Samurai non ha incertezze sulla questione dell'onestà e della giustizia. Vi è solo ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.
勇, Yu: Eroico Coraggio
Elevati al di sopra delle masse che hanno paura di agire, nascondersi come una tartaruga nel guscio non è vivere. Un Samurai deve possedere un eroico coraggio, ciò è assolutamente rischioso e pericoloso, ciò significa vivere in modo completo, pieno, meraviglioso. L'eroico coraggio non è cieco ma intelligente e forte.
仁, Jin: Benevolenza e Compassione
L'intenso addestramento rende il samurai svelto e forte. È diverso dagli altri, egli acquisisce un potere che deve essere utilizzato per il bene comune. Possiede compassione, coglie ogni opportunità di essere d'aiuto ai propri simili e se l'opportunità non si presenta egli fa di tutto per trovarne una. La compassione di un samurai va dimostrata soprattutto nei riguardi delle donne e dei fanciulli.
礼, Rei: Gentile Cortesia
I Samurai non hanno motivi per comportarsi in maniera crudele, non hanno bisogno di mostrare la propria forza. Un Samurai è gentile anche con i nemici. Senza tale dimostrazione di rispetto esteriore un uomo è poco più di un animale. Il Samurai è rispettato non solo per la sua forza in battaglia ma anche per come interagisce con gli altri uomini. Il miglior combattimento è quello evitato.
誠, Makoto: Completa Sincerità
Quando un Samurai esprime l'intenzione di compiere un'azione, questa è praticamente già compiuta, nulla gli impedirà di portare a termine l'intenzione espressa. Egli non ha bisogno né di "dare la parola" né di promettere. Parlare e agire sono la medesima cosa.
名誉, Meiyo: Onore
Vi è un solo giudice dell'onore del Samurai: lui stesso. Le decisioni che prendi e le azioni che ne conseguono sono un riflesso di ciò che sei in realtà. Non puoi nasconderti da te stesso.
忠義, Chugi: Dovere e Lealtà
Per il Samurai compiere un'azione o esprimere qualcosa equivale a diventarne proprietario. Egli ne assume la piena responsabilità, anche per ciò che ne consegue. Il Samurai è immensamente leale verso coloro di cui si prende cura. Egli resta fieramente fedele a coloro di cui è responsabile.